Storia

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C’è un Salento nascosto, tutto da scoprire. Lontano dalle spiagge caraibiche, e più vicino a dolci colline e meravigliose distese di ulivi e vigneti. 

Le Serre Salentine sono delle elevazioni collinari del basso Salento in provincia di Lecce che si trovano a sud della linea ideale che congiunge, grossomodo, Gallipoli e Otranto. Si estendono per 1088 km², pari al 38,9% della provincia.[1] Sono caratterizzate da allineamenti di modeste groppe sassose, chiamate localmente serre. Il punto più alto è nella Serra dei Cianci, a 196 metri[2]. Sono dette anche Murge Salentine, anche se sono separate quasi del tutto dalle colline sorelle dal Tavoliere di Lecce, con un sottile collegamento nelle aree immediatamente a ridosso della costa jonica.
e Serre della sezione mediana (da Supersano fino al Capo) sono caratterizzate da numerosi terrazzamenti, resisi necessari per le coltivazioni agricole. Nelle piccole valli tra le serre si interpongono zone depresse e pianeggianti dove la presenza di pozzi ha favorito in passato l'insediamento umano: si addensano così numerosi centri abitati di piccole dimensioni, molto vicini gli uni agli altri.

le Serre di SupersanoComprendono anche un bosco molto antico dal nome che è tutto un programma:”Belvedere

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Il Bosco di Belvedere

Il Bosco di Belvedere aveva un’estensione che comprendeva circa 16 paesi: Supersano, Torrepaduli, Miggiano, Montesano, Castiglione, Spongano, Surano, Ortelle, Nociglia, Vaste, Poggiardo, Sanarica, Muro, Botrugno, San Cassiano e Scorrano.
Si ipotizza che la sua origine risalga al periodo post-glaciale.
La sua esistenza si registra, già, in una serie di cartografie risalenti al 1464.
Il bosco era formato, per la maggior parte, da Lecci e da Querce, tra cui il Quercus Fraineto un tipo di quercia che produceva una ghianda con cui venivano allevati i maiali.

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Denominato Porcarizza, il Belvedere fa pensare ad un allevamento di maiali sito all’interno di esso.  Mentre  un altro toponimo, Castagna, lascia ipotizzare che vi era una notevole presenza di castagni. Fontana(altro toponimo), invece, lascia intendere che nel bosco erano presenti acque sorgive che servivano ad abbeverare il bestiame e gli animali selvatici.
A partire dal primo ‘800, la boscaglia accoglieva lupi, cinghiali ed era ricca di cacciagione come lepri, volpi e numerosi tipi di uccelli e per tanti secoli è stata fonte di vita e di ricchezza per i paesi confinanti che da esso ricavavano  un ambiente sano. Il nome  di Supersano (dal latino Super sanum) allude, proprio,  ad un ambiente sano e ricco di benefici.

Purtroppo, intorno alla seconda metà del ‘700 iniziò il disboscamento dell’area boschiva che continuò fino alla seconda metà dell’800. In questo periodo, dopo una lunga causa con i Comuni limitrofi, il bosco, che era di proprietà del Principe di Tricase, venne diviso tra 15 Comuni. Ebbe iniziò così la lunga e lenta fine del Belvedere: atti incendiari, abbattimento di alberi, compiuti per ottenere terre da coltivare e legna da ardere, cominciarono a ridurre, decisamente, la superficie.

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Serre di Supersano e Bosco Belvedere oggi:

Oggi, per fortuna , è ancora possibile visitare questi posti che Madre Natura ci ha donato grazie anche agli interventi di riqualificazione del territorio messi in atto nel corso degli anni.  Le Serre di Supersano e il Bosco Belvedere  sono, a tutti gli effetti, un bene prezioso per il Salento e la loro salvaguardia deve essere assoluta.

E allora cosa aspettate a fare un’escursione? Per qualunque consiglio e informazione contattateci pure!

Dio benedica il Salento!

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